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本帖最后由 Kyo_Crespo 于 2010-2-20 18:30 编辑
CRESPO: HO TANTA FIDUCIA NELLA SQUADRA
我对于我们伟大的团队有信心 || (⊙o⊙)… 我没信心
Venerdì 19 Febbraio 2010 18:04 | Collecchio (PR), 19 febbraio 2010 – “Quello che dobbiamo tenere chiaro in mente – dice l’attaccante del Parma FC Hernan Crespo – è la distinzione tra l’aspetto personale, con quei quattro anni magnifici che resteranno sempre dentro al cuore, e il momento di scrivere un’altra storia, a livello personale e di gruppo, perché non ha senso pensare al grandissimo girone di andata fino a dicembre o pensare solo alle ultime otto partite. Non bisogna pensare né a quanto di buono si era fatto prima, né a quanto abbiamo fatto dalla gara contro la Roma in poi. Ripartiamo. Io so quello che ho dentro di me, so che ho tanta voglia di giocare e di essere qui, di essermi allenato in settima con i ragazzi e di essermi confrontato con loro. Vivo questo momento con tanto entusiasmo, con la voglia di rimettermi in gioco: se questo può giovare al gruppo ed ai risultati può solo fare bene.”
Hernan Crespo, come sta?
“Sono felice, e questo è quello che conta. Sono molto contento. Sono state tre settimane dure, perché restare fuori non è mai piacevole, ma da martedì ho ripreso ad allenarmi con i ragazzi, e così ho cominciato a fare parte appieno di questo gruppo. Sono a diposizione del mister, e deciderà lui.”
Si sente pronto a disputare eventualmente 90 minuti?
“Io mi sento i 90 minuti nella testa: ho novanta minuti di voglia, questo è sicuro. Su di me si può contare: io mi metto a disposizione del mister, e lui deciderà se farmi giocare, e se sì se giocherò per cinque, dieci o novanta minuti. E’ chiaro che al di là di tutto, sono stato fermo un po’, perciò potrei non avere il ritmo partita, però sono pronto per dare il massimo.”
Come ha visto dall’esterno il Parma contro la Lazio?
“Io dico come vedo il calcio italiano: tante volte, invece di analizzare bene una partita dal punto di vista tattico e psicologico, si tende a giustificare il fatto che i risultati non arrivano con il fatto che una squadra non stia bene dal punto di vista fisico. Io ritengo che non sia giusto, che sia la strada più breve. Se Biabiany avesse segnato e la squadra avesse poi vinto 3-0, avrebbe voluto dire che la squadra sta bene? E’ tutto relativo. Io credo che nel calcio e nella vita è solo questione di testa: se stai bene con la testa, le gambe girano. Di questa cosa sono straconvinto. Magari dopo una sconfitta si può parlare di tante cose, di cose da aggiustare, delle cose da migliorare, ma assolutamente non dell’aspetto fisico: lo ritengo importante ma non fondamentale. Una squadra può avere un periodo così lungo in cui non si ottengono risultati.”
Il primo gol subìto dalla Lazio è una questione di gambe?
“C’è stata una disattenzione, che la prima volta non abbiamo pagato perché Paci ha salvato e poi siamo stati puniti. Non è una questione di gambe, ma di disattenzione. Sulla seconda rete invece eravamo in dieci, eravamo sbilanciati in avanti ed è chiaro che abbiamo concesso qualcosa agli avversari, perché prima di Zarate anche Kolarov aveva avuto la possibilità di portare la Lazio sullo 0-2. Se avessimo fatto gol nel primo tempo, magari le cose sarebbero cambiate.”
Ci ha pensato che quando è arrivato al Parma 14 anni fa non aveva giocato subito a causa di un infortunio e al suo rientro la squadra non navigava in acque felici, proprio come adesso?
“Sì, ci ho pensato… Solo che allora avevo cominciato a giocare ad ottobre; adesso siamo in febbraio, è un po’ diverso. Ci sono tante coincidenze, e speriamo in un lieto fine come allora. Quello che sicuramente dobbiamo tenere chiaro in mente è la distinzione tra l’aspetto personale, con quei quattro anni magnifici che resteranno sempre dentro al cuore e il momento di scrivere un’altra storia, a livello personale e di gruppo, perché non ha senso pensare al grandissimo girone di andata fino a dicembre o pensare solo alle ultime otto partite. Non bisogna pensare né a quanto di buono si era fatto prima, né a quanto abbiamo fatto dalla gara contro la Roma in poi. Ripartiamo.”
Intorno a lei c’è tanta attesa: non si corre il rischio che la gente pretenda troppo da lei? Potrà fare dei gol, ma avrà bisogno della squadra…
“Sì, ed è sempre stato così nella mia carriera: io non ho mai fatto le cose da solo. In tutta la mia carriera io ho sempre avuto la possibilità di fare bene perché ho avuto la possibilità di capire le caratteristiche dei miei compagni e la necessità di entrare in sintonia con i miei compagni. Io non sono venuto qui per essere il salvatore della patria, non lo pretendo nemmeno e non vorrei che qualcuno lo pensasse: io sono parte del gruppo. Conoscendo la città, conoscendo la società e conoscendo la gente sicuramente sono agevolato, e questo magari mi aiuta rispetto a qualche altro, perciò se il discorso è basato sull’entusiasmo, voliamo su queste ali, ben volentieri, ma allo stesso tempo dobbiamo essere consapevoli della nostra realtà, ripartire da zero, perché adesso ricomincia il nostro campionato, da Cagliari. Da adesso ricominceremo a fare punti, senza pensare al passato.”
A Cagliari c’è da riscattare la sconfitta interna; anche il Genoa aveva perso contro i sardi all’andata, però lei non aveva giocato…
“No, stavo per entrare però aveva fatto gol Sergio Floccari e poi c’è stata un’espulsione e così la partita è cambiata. Sicuramente andremo a giocare in un clima difficile: il Cagliari è una squadra molto complicata, che sa quello che vuole, che sta attraversando un buon momento di forma e che ha tanta rabbia dentro. Noi dovremo andare ad affrontarli consapevoli della gara molto complicata che ci aspetta, che però potrà diventare molto semplice se noi la affrontiamo con lo stesso spirito. Io ho tanta fiducia in questa squadra, e credo che prima o poi finirà anche questa serie negativa.”
C’è qualche giocatore con cui ha stretto un rapporto stretto? Come la vedono i suoi compagni?
“Su come mi vedono i miei compagni, dovreste chiederlo a loro; per quanto riguarda la prima, è chiaro che per una questione di età, con i più grandi si riesce a parlare un po’ di più, ma con tutti quanti ho un buon rapporto. Ho avuto la possibilità di giocare per due anni con Jimenez, e perciò se lui ha bisogno di qualsiasi cosa può contare su di me, conoscendo io la città.”
Oltre ad Jimenez feeling particolare con qualche altro compagno?
“Con i ragazzi va tutto bene: ho avuto la possibilità di parlare un po’ con tutti, e con qualcuno si riesce ad approfondire meglio. Mi interessava parlare un po’ con tutti per capire com’è la situazione, per capire il momento e per capire come stanno le cose.”
Nel Parma di dieci anni fa lei giocava con la maglia gialloblù: solo in una circostanza ha indossato la maglia crociata…
“La gara in cui ho indossato la maglia crociata era stata contro il Lecce, e vincemmo 4-1 al Tardini. Fu un’emozione forte perché ero consapevole dell’amore che la gente aveva per la maglia crociata, quindi in quel momento era per me un motivo di orgoglio. Ho detto tra me e me che sarei potuto andare via da Parma avendo giocato anche con la maglia crociata, quindi ero stracontento. Ed in effetti la conservo tuttora a casa quella maglia. Tornare in campo e non avere più la per me mitica maglia gialloblù per indossare la maglia voluta dai tifosi sarà sicuramente per me un qualcosa di bello, ma non posso dire adesso le sensazioni che proverò.”
Come vede il suo inserimento nel gruppo dal punto di vista tattico?
“Dal punto di vista tattico ho tanto ancora da imparare in quanto a schemi di gioco. E’ stata una settimana intensa anche per questo, per conoscere tutte le idee. Non si fa poi così tanta fatica, anzi è una materia interessante: è interessante sapere cos vuole un allenatore. Mi sono messo a disposizione e quando verrò chiamato in causa darò il massimo: per il Parma mi è già capitato di andare anche in porta.”
Se riuscisse a dare una parte del suo entusiasmo anche al resto della squadra, a Cagliari sarà un’altra storia…
“Questo non lo so. Io so solo che tante volte uno non riesce a capire quello che si può trasmettere a livello di sensazioni. Io so quello che ho dentro di me, so che ho tanta voglia di giocare e di essere qui, di essermi allenato in settimana con i ragazzi e di essermi confrontato con loro. Vivo questo momento con tanto entusiasmo, con la voglia di rimettermi in gioco: se questo può giovare al gruppo ed ai risultati può solo fare bene.”
Come sta secondo lei Paloschi? Che consigli si sente di dargli?
“Indipendentemente dalle sensazioni, con Alberto ho condiviso un po’ di più alcuni momenti, perché lui era infortunato, l’ho visto rientrare domenica contro la Lazio, poi si è fatto male. La voglia che ha dimostrato per rimettersi a disposizione della squadra è stata un bello spot; vederlo farsi male mi ha amareggiato, come tutto il gruppo. Ma nello stesso tempo gli infortuni fanno parte della vita di noi calciatori.”
Al Mondiale ci pensa?
“Si disputerà tra poco… Ci penso, come amante del calcio ci penso. Dipenderà soprattutto da quello che sarò in grado di fare in questi mesi, ma la vedo abbastanza difficile, semplicemente perché non ho mai fatto parte della lista dei convocati di Maradona. La vedo dura, però non si sa mai… Magari da domenica si comincia a segnare, si fanno un sacco di gol. E poi Maradona ha convocato oltre cento giocatori, oppure mi ricordo di giocatori che sono andati ai Mondiali senza mai essere stati convocati prima. Comunque io ho disputato già tre Mondiali, farne un quarto sarebbe la ciliegina sulla torta: se dovesse arrivare sarei strafelice.”
视频联接:http://webtv.fcparma.com/conferenze-stampa/viewvideo/362.html
无奈的意大利语...
想看懂的,自己用在线翻译看吧:http://yidaliyu.ohdict.com/
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